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Trittico irlandese - inediti

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*

La pioggia si univa compatta alle acque del
Liffey

le nubi giravano basse scurando il meriggio

dei ponti che tagliano odori di vento e di muffa

Strisciando sui muri l’amico sembrava sicuro

di scendere ai lunghi giardini di O’Connell street

ma il giro tornava alle stesse vetrine appannate

pestando i riflessi a colori dei neon precoci

la strada era un fondo di calice appena bevuto

il cielo un ammasso di piume sui bianchi abbaini

Piaceva sentirsi smarriti tra foglie marcite

le guglie incrociavano voli di uccelli tardivi

i bar fabbricavano aloni di tazze fumanti

Di sera un concerto di versi pagò l’avventura

qualcuno spiegava a intervalli le nostre concioni

e forse un inconscio bisogno ci prese la mente

se in casa di amici intonammo poi Vitti ‘na crozza

 

 

*

 

Alla costa dei giganti

il vento piegava le ossa

spingeva le acque a levante

e le ciglia turbava

col salmastro

Scendemmo alla costa

da un picco sperduto

(fornito di home braking and tea)

che rapido si volse

al fuoco di Maeve e delle fate

danzanti dentro cerchi di basalto

Poi nella celtica sera

si sposarono

lune normanne

 

 

*

Perduti tra le corde del tramonto

tienimi la mano

come il sorbo legato alla sua terra

e mentre un gregge

bela verso il mare

dimmi dell’aria morbida che nutre

le tue parole placide e straniere

mite riparo

al giorno che conclude

il lieto viaggio

fino a queste piane

Bianca è la sera

come la mia marna

e se finiamo frasi con un pianto

è per la serie di favole inattese

che mutuano incredibili stupori

rotti soltanto

(ora che cambia il vento)

da un olezzo di pesce lavorato


 Maria Musik - 11/11/2012 20:42:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Sarà perchè ho sempre sognato l’Irlanda, saranno le letture dei miti celtici o, semplicemente, la bravura di Nicola Romano ma le immagini che mi sono passate davanti, come se avessi una di quelle macchinette fotografiche giocattolo che mio padre mi comprava ad ogni gita, mi hanno condotta dentro emozioni quiete, intense ma mai violente.
Una bella esperienza. Grazie!

 Nicola Romano - 07/11/2012 12:16:00 [ leggi altri commenti di Nicola Romano » ]

Ringrazio gli amici e le amiche che hanno condiviso il mio trittico emozionale vissuto in terra celtica. La terza parte riguarda un momento davvero unico, trascorso con la poetessa Margaret ’O Brien: tenendoci per mano e parlando lingue diverse, ci siamo trovati a piangere per una comune e inspiegabile commozione. L’ho persa di vista, ma quel momento mi è rimasto dentro. Buone emozioni a tutti!

 Luciana Riommi Baldaccini - 06/11/2012 22:56:00 [ leggi altri commenti di Luciana Riommi Baldaccini » ]

Molto belle e suggestive, come quadri.

 Guglielmo Peralta - 06/11/2012 15:54:00 [ leggi altri commenti di Guglielmo Peralta » ]

Una poesia, questa di Nicola, che racconta per immagini, le quali sono rivisitazioni della memoria che tornano a suscitare le emozioni vissute in quei luoghi d’Irlanda, che il poeta ci restituisce in tutta la loro magica bellezza. Prevale ed è trasversale nel trittico un senso di malinconia che "si avvale" di più tonalità, e che racchiude in sé lo spettro delle percezioni sensoriali, con cui essa ci viene trasmessa, quasi per empatia.

 Franca Alaimo - 06/11/2012 12:20:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

La poesia di Nicola Romano rivela sempre un’attenzione costante nei riguardi della realtà circostante, la cui presenza viene, talvolta, usata per spezzare un tono sentimentale quasi per arginarne ogni traboccamento; a volte, viceversa, la su anudità viene rivestita o da presenze mitologico-storiche, oppure da una tavolozza di colori piuttosto malinconici, direi attinenti allo spirito.
Questa sua caratteristica mi fa pensare ad un articolo di Carlo Ossola pubblicato il 28 ottobre scorso su ILSOLE24ORE, in cui egli spiega come in letteratura la "teoria del colore" non possa fare a meno dell’immaginazione poetica che ritocca la tavolozza cromatica suggerita dalla quotidianità, o per portarla sopra o per gettarla sotto: in cielo o negli inferi.
Inoltre, concordo con Loredana che sottolinea la precisione lessicale della poesia di Nicola, sempre meditata, sobria, elegante.

 Franca Alaimo - 06/11/2012 12:09:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

La poesia di Nicola Romano ha un respiro lento che sottolinea l’attenzione sempre viva alla realtà circostante, la cui presenza talvolta viene usata per spezzare un tono sentimentale quasi per arginarne un possibile traboccamento; talvolta, viveversa, la sua nudità viene emblematizzata attraverso teminiscenze storico-mitologiche, oppure stemperata attraverso una tavolozza di colori per lo più malinconici. Quest’ultima caratteristica mi fa pensare ad un articolo di Carlo Ossola ( ILSOLE24ORE- 28-10-2012) in cui si sottolinea il lavoro dell’immaginazione poetica sulla tavolozza suggerita dalla quotidianità, elevandola ad una significazione metafisica o "infera". Come ha già detto Loredana, il lessico del poeta è lavorato e preciso, ed è interessante anche la commistione di lingue, presente in più di un suo testo, al di là di quelli qui presentati.

 anna maria bonfiglio - 05/11/2012 21:58:00 [ leggi altri commenti di anna maria bonfiglio » ]

Che eleganza!!! questo dice tutto ciò che penso di questo trittico.

 Domenico Morana - 05/11/2012 18:17:00 [ leggi altri commenti di Domenico Morana » ]

Gran respiro di marea!

"la strada era un fondo di calice appena bevuto
il cielo un ammasso di piume sui bianchi abbaini"

Chissà che spettacolo quando è in burrasca.
Non mi stanco di rileggerla.

 Loredana Savelli - 05/11/2012 18:07:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Entusiasmante!!!
Confesso la mia passione per l’Irlanda, terra che immagino soltanto, purtroppo, ma leggendo questo trittico mi sono immersa completamente e ho viaggiato nelle brume delle lune celtiche.
Meravigliosa sensazione. Mi è parso anche di udire un ballata un po’ triste e il risolino beffardo di qualche folletto danzante.
Complimenti, bellissima avventura. E una scrittura compatta e precisissima.

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